Milano, sabato 30 giugno 2018
Chi semina, raccoglie. E per Federico Cattaneo il primo momento in cui raccogliere a livello internazionale arriva a Tarragona (Spagna) per i 18esimi Giochi del Mediterraneo. Lo sprinter dell’Atletica Riccardi Milano 1946 meritava da tempo la ribalta internazionale tra i “grandi”: nel suo curriculum c’è una finale agli Europei di Amsterdam 2016 con la 4x100 (quinto), ma anche tre qualificazioni sfiorate ai Mondiali 2015 e ai Giochi 2016 con la 4x100 e agli stessi Europei 2016 nei 100 individuali, frenato a Rieti nel momento in cui centrare il minimo da quel vento che lo scorso anno ai Campionati Italiani Assoluti di Trieste gli negò invece per un leggerissimo eccesso di generosità (+2.1) il PB e il record sociale a 10”24.
Ma Cattaneo è velocista che sa aspettare e cogliere il momento. A Tarragona il primo arriva nei 100: una batteria vinta d’autorità con 10”53 nonostante oltre 2 metri di vento in faccia annichilendo il favorito francese Golitin (solo quinto dopo aver corso 20 giorni prima in 10”07) e poi una finale in cui ghermire una medaglia da terzo dei Mediterranei dietro a due…caraibici. Proprio così: le prime due posizioni vanno a due sprinter giamaicani naturalizzati turchi come Jak Ali Harvey (10”10) e Emre Zafer Barnes (10”32), Federico è bronzo in 10”37 tenendo a bada il portoghese Antuñes all’esterno.
«Tecnicamente non sono partito benissimo, poi però ho avuto una buona transizione verso il lanciato e sono riuscito a raggiungere un picco di velocità elevato, credo il più elevato da inizio anno data la brutta partenza che ho fatto e il vento contrario. Sono felicissimo per la medaglia dato che mi hanno battuto solo due atleti giamaicani e uno di solo 5/100, poteva essere un argento, ma va bene così. Poi ho messo dietro un atleta esperto come Rodriguez, ma soprattutto il francese da 10”0 che ho battuto in batteria»: parola di Cattaneo, autore di una lucidissima analisi postgara (lui nel 2016 conquistò anche il premio CONI “Atleta Eccellente, Eccellente Studente” per il percorso di studi in Scienze Motorie). Dopo l’approccio tecnico Federico lascia spazio alle emozioni: «A livello emotivo posso dire che quest’anno l’unica gara in cui sono stato teso è stato l’esordio a Savona, poi ho deciso di approcciarmi in maniera rilassata a tutte le competizioni e così è stato: rilassato non vuol dire non concentrato. Questa medaglia è per i miei genitori (Marica e Sergio, entrambi dirigenti della Riccardi, ndr) che mi hanno supportato durante questi anni e mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti più difficili e per Alessandro Nocera, il mio tecnico, che mi ha fatto crescere oltre che nell’aspetto tecnico anche in quello mentale».
Un bronzo che fa felice tutta l’Atletica Riccardi Milano 1946 e che viene poi affiancato persino da un oro: nella 4x100 Federico Cattaneo è primo frazionista opposto (ancora!) a Emre Zafer Barnes, il testimone scorre fluidamente nelle mani di Eseosa Desalu e di Davide Manenti (altro allievo di Alessandro Nocera) e arriva all’ultimo cambio in leggero anticipo rispetto alla Turchia. I turchi hanno Ramil Guliyev ma l’Italia ha Filippo Tortu: l’azzurro più veloce di sempre (che con la Riccardi 1946 ha centrato i primi successi in ambito nazionale da cadetto e da allievo e conquistato per la prima volta la maglia azzurra) respinge al mittente gli assalti del campione del mondo dei 200 metri. Il tempo è sontuoso: 38”49, miglior crono di una 4x100 azzurra nelle ultime cinque stagioni e ottavo di sempre. Italia d’oro e lanciata verso Europei da protagonista a Berlino: Federico Cattaneo c’è…e pure Superpippo Tortu!
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