L’Atletica Riccardi Milano 1946 ha un nuovo capitano: è Giacomo Tortu. Giacomo ha solo 24 anni ma la sua militanza in maglia verde è già decisamente lunga: con i colori della nostra società gareggia dal 2009, da quando è iniziata la sua ascesa nel panorama della velocità tricolore. Più volte campione italiano giovanile (sui 200 metri e in staffetta), Tortu ha vestito i colori della Nazionale in quasi tutte le principali rassegne internazionali, dai Mondiali Juniores (2012) agli Europei Under 23 (2013 e 2015, quando raggiunse la finale dei 200), dagli EYOF alla Gymnasiade (entrambe nel 2009), dagli Europei Juniores (2011) fino ai Campionati Mediterranei Under 23, quando nel 2014 ad Aubagne (Francia) conquistò l’oro nella 4x100.
Proprio della staffetta veloce Giacomo è un po’ il simbolo nelle ultime stagioni verdi, punto fermo (in terza frazione) di un quartetto che ha saputo togliersi enormi soddisfazioni negli ultimi anni, a partire dal doppio trionfo (4x100 outdoor e 4x200 indoor) nei Campionati Italiani Assoluti 2016 e dell’ultimo quasi miracoloso argento al coperto a un’inezia dalle Fiamme Gialle nonostante le tante traversie fisiche del nostro settore velocità dell’inverno. E la staffetta veloce è il simbolo della Riccardi: il ruolo di Tortu come capitano (succede ad Aramis Diaz, che nel 2016 aveva ereditato il ruolo da Max Dentali) è quasi una “conseguenza” naturale.
Giacomo Tortu capitano dell’Atletica Riccardi Milano 1946: come ti suona?
«È un grande onore e un riconoscimento per me importantissimo: sapere che il presidente Sergio Tammaro ha pensato a me come punto di riferimento mi fa molto piacere. Sono molto affezionato al ricordo di Renato Tammaro e della sua Riccardi».
Oggi mercoledì 5 aprile è il secondo anniversario della scomparsa del “papà” dell’Atletica Riccardi: come è nato questo legame?
«Mi aveva conosciuto attraverso il Ragazzo Più Veloce di Milano (Giacomo vinse la manifestazione in terza media nel 2007 e fu secondo l’anno precedente, ndr): il primo ricordo che ho della Riccardi è la lettera che Renato mi scrisse a mano e mi inviò per invitarmi a entrare nella società. Era il 2008, avevo 15 anni, vestivo ancora i colori della Besanese: fu la molla che mi fece innamorare del verde. Devo molto a Renato Tammaro».
Come sarà il tuo 2017 da capitano?
«Faro “l’ultrà” di tutti i ragazzi appena arrivati in Riccardi in ogni gara che disputeremo, a partire dalla prima fase regionale dei Societari (a Busto Arsizio il 6-7 maggio, ndr). Ho conosciuto Andrea Romani e Alessandro Sibilio: ho avuto l’impressione di ragazzi semplici e umili, qualità che hanno sempre fatto la forza di questa società. Vorrei portare bene come capitano: quest’anno puntiamo a riprenderci lo scudetto».
E da atleta?
«Non sono mai stato così carico e non ho mai lavorato come quest’anno. Metto il 100 per cento in ogni allenamento: la meta non conta quanto il viaggio».
All’università studi Filosofia: chi è il pensatore cui trai ispirazione per la tua carriera atletica?
«Protagora, Gorgia e i filosofi della parola: tutto ciò che posso rendere credibile con la parola può esistere. È un concetto fonte di grande motivazione personale».
Sarai capitano anche in Coppa dei Campioni.
«Un grande palcoscenico: occorrerà essere concentrati al massimo, vorrei davvero iniziare quest’avventura da capitano col botto. Poi, sul mio ruolo, posso aggiungere una cosa?».
Prego.
«Non so come si comportassero i precedenti capitani, a me piace prendere l’iniziativa: voglio introdurre l’obbligo per il capitano di gareggiare ai Campionati di Società e nelle competizioni con una fascia verde al braccio con il simbolo della Riccardi e la firma di Renato Tammaro. Portare Renato Tammaro con sé quando si difende l’onore di questa società credo sia un dovere per un capitano, oltre che un grandissimo onore per me».
Renato Tammaro da lassù potrà vedere ancora meglio dove batte il cuore più verde.
Ce. Ri.
FOTO di Mario Grassi: a sinistra Giacomo Tortu in azione agli Assoluti 2016; a destra una vecchia foto con Sergio e Renato Tammaro.
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