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FIDAL

braga IMG 0845Stefano Braga è pronto per un 2017 da protagonista sempre in maglia verde. Non che sia una novità visto che il saltatore piacentino, 23 anni da compiere il prossimo 11 gennaio, veste i colori dell’Atletica Riccardi Milano 1946 da inizio 2015: il lunghista però era arrivato nel club in prestito dall’Atletica Piacenza e, dopo due stagioni, la Riccardi 1946 ha deciso di comprare a titolo definitivo il cartellino dell’atleta.

La novità è in realtà soprattutto la nuova dimensione dell’atleta di Castel San Giovanni (Piacenza): salito alla ribalta con la medaglia di bronzo ai Mondiali Under 18 di Lilla 2011 nel lungo, Braga nel 2017 uscirà dalla trafila delle categorie giovanili per entrare tra i Seniores; da ormai un anno abbondante l’atletica leggera non è più la sua attività principale a fronte di otto ore lavorative (spesso quasi tutte affrontate in piedi) in officina su macchine a controllo numerico nell’azienda Effe-A proprio di Castel San Giovanni. «Il lavoro è un punto fisso della mia giornata - racconta Stefano -, il tempo residuo è quello che è: gli allenamenti vanno “incastrati” in pausa pranzo o dopo il lavoro, a seconda della stanchezza che ho. L’aspetto più difficile di questa nuova realtà quotidiana è proprio la gestione della stanchezza: ho “imparato” a riposare, se non riposi non ti puoi allenare bene e oltretutto rischi di infortunarti. Vedremo con le indoor se le scelte che ho fatto per conciliare l’atletica con i maggiori carichi di lavoro in officina di questo inverno funzionano: se funzionassero, se riuscissi a rendere metodico questo approccio, ci sarebbero ancora soddisfazioni da prendere».

Soddisfazioni che Stefano comunque si è preso pure nel 2016 con due argenti nei Campionati Italiani Promesse: se all’aperto il coscritto Lamont Marcel Jacobs (Fiamme Oro) a Bressanone era effettivamente imbattibile al coperto l’essersi arreso a Simone Forte (Fiamme Gialle) ad Ancona può lasciare qualche rimpianto. «Il rammarico per non aver vinto quel titolo c’è - dice l’allievo di Pietro Masarati, 7.75 indoor e 7.48 all’aperto come PB (nel 2016 è arrivato a 7.58 al coperto mentre all’aperto ha fatto segnare 7.42 con vento legale e 7.67 ventoso) -, visto che forse era la mia ultima occasione per indossare una maglia tricolore: so che era alla mia portata. Il resto della stagione comunque non è stato male: ho ottenuto il record sociale indoor, credo di aver fatto il mio».

Il 2017 di Stefano Braga sarà costruito in modo diverso dalle altre stagioni: «Le maggiori aspettative saranno riposte nella seconda parte dell’annata: per gli impegni professionali mi risulterà molto difficile preparare più appuntamenti. La società ha creduto molto in me e l’ha dimostrato ulteriormente comprando il cartellino: credo sia il minimo ricambiare questa fiducia con una prestazione di alto livello nella finale Oro dei Societari il 23-24 settembre a Modena. Poi ci saranno ovviamente i Campionati Italiani Assoluti in cui proverò a fare il meglio possibile».

Pochi se lo ricordano, ma il 10 ottobre 2009 a Desenzano del Garda Stefano si laureò campione italiano Cadetti di salto triplo con la misura di 13.49: le “sirene” del lungo l’avrebbero poi irrimediabilmente sedotto («Accantonai il triplo per un problema a una caviglia e nel 2010 feci subito più di sette metri di lungo, per questo decidemmo di cambiare specialità» ricorda oggi), ma il primo amore atletico del saltatore piacentino potrebbe tornare d’attualità nel 2017. «È un po’ un gioco, un po’ una scommessa personale» dice il diretto interessato prima di approfondire mescolando a discorso grande consapevolezza e maturità: «Quasi sicuramente non farò più atletica a livello internazionale, voglio divertirmi e ho fatto questa scommessa con me stesso. Non so cosa farò, spero di ottenere una prestazione “decente” e il minimo di “decenza” può essere fissato attorno a 14.80: spero di poter essere utile alla società. Se ai CdS non ci fosse un triplista, la società me lo chiedesse e fossi all’altezza sarei felicissimo di coprire pure il triplo».

La chiosa è allo stesso tempo piena di riconoscenza ma anche di spirito battagliero: «All’Atletica Riccardi Milano 1946, al presidente Sergio Tammaro e al direttore tecnico Alessandro Nocera non posso che dire grazie per aver creduto in me. Ricambierò dando il massimo in pedana in tutte le occasioni, in primis nella finale del CdS per riprenderci quello che era nostro!». Ça va sans dire, lo scudetto!

Ce. Ri.

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