Renato Tammaro da lassù ha sicuramente apprezzato la sceneggiatura del quinto scudetto verde. Solo un regista dal raffinato gusto narrativo avrebbe infatti potuto predisporre un “film” tanto coinvolgente come quello che ha raccontato la realtà di Jesolo e di una vittoria della squadra Assoluta nella finale Oro, nell’anno della scomparsa del fondatore della Riccardi ma anche del titolo europeo Under 23 di Giovanni Galbieri e del doppio record italiano Allievi di Filippo Tortu.
A una stagione straordinaria (culminata con il punteggio di qualificazione di gran lunga migliore su scala nazionale) non fa purtroppo seguito una ripartenza settembrina all’altezza: infortuni e impegni di studio all’estero fanno sì che siano ben 10 i potenziali titolari a finire fuori combattimento.
Al “Picchi” di Jesolo la Riccardi ottenne un raccolto fenomenale solo cinque mesi prima nel Challenge di staffette e soprattutto Jesolo dista 30 chilometri scarsi da Caorle, dove la squadra conquistò il primo storico scudetto: era il 26-27 settembre 2009. E il 26 e il 27 settembre 2015 la storia si ripete: è il trionfo del Cuore Verde, la vittoria di un team che sa compattarsi e trovare gli stimoli per andare oltre la fatica di una stagione lunghissima. È lo scudetto di Aramis Diaz, 41 anni ma nessuna voglia di cedere punti agli avversari. La Riccardi ha il dubbio se schierare un quattrocentista e lui si offre volontario: mai scelta fu più azzeccata visto che Aramis vince a sorpresissima (e dalla serie minore) i 400 piani, lui che è uno specialista del giro di pista con barriere. Tra gli ostacoli poi l’indomani andrà a prendersi un’altra vittoria, stavolta per dispersione.
È lo scudetto di una batteria di sprinter che ha pochi eguali anche in campo europeo: l’oro continentale Giovanni Galbieri fa suoi i 100 con autorità, Stefano Anceschi rialza la testa dopo mille guai arrampicandosi fino al podio della distanza più breve, Federico Cattaneo è una garanzia da top 3 sui 200. E poi c’è la staffetta 4x100, sinonimo di vittoria in tutte e quattro le precedenti finali Oro vinte dalla Riccardi: anche Jesolo 2015 non fa eccezione, con i tre uomini già citati ma anche con il capitano Max Dentali all’ultima recita agonistica della carriera. È lo scudetto degli ostacolisti dei 110, che danno il La nella prima giornata a una partenza al fulmicotone della squadra verde con la doppietta firmata da Ivan Mach di Palmstein e Carlo Giuseppe Redaelli. È lo scudetto di una squadra di atleti da pedana decisamente compatta, idealmente capeggiata dall’altista Lorenzo Biaggi che realizza il “clean sheet”, vale a dire una gara immacolata fino al personale eguagliato a 2.18 e al secondo posto.
È lo scudetto di Jamel Chatbi, che si riscatta dopo la delusione di Pechino con la vittoria da batticuore nei 3000 siepi sul keniano della Virtus Lucca Hosea Kimeli Kisorio e una cifra agonistica rilevante come 8’36”51: sui 5000 paga dazio a un dolore che già lo tormenta da tempo ma il quinto posto ottenuto stringendo i denti (come accaduto anche a Marco Morotti nella marcia e Andrea Carenini nel triplo) e con grande abnegazione è quello che consegna aritmeticamente (e con due gare d’anticipo) il tricolore alla Riccardi, il quinto in sette stagioni, il primo dell’era Sergio Tammaro, presidente dal 1° luglio.
L’Atletica Riccardi 1946 trionfa con 106 punti, 12 in più dell’Enterprise Sport&Service seconda e solo sei e mezzo in meno della stratosferica due giorni all’Arena un anno prima. Se Modena 2012 e Milano 2014 erano stati gli scudetti di una perfetta “macchina da guerra” atletica quello di Jesolo 2015 è il titolo del cuore. E della dedica per “papà” Renato.
Ce. Ri.
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