“Consapevolezza” è la parola-chiave degli ultimi mesi da favola di Mario Lambrughi. L’atleta di Biassono, 24 anni, non è solo l’uomo nuovo della Riccardi 1946, l’ostacolista arrivato dalla gavetta senza essere “nato” prodigio ma entrato a grandi falcate nella top ten italiana alltime: è anche l’uomo nuovo azzurro dei 400 ostacoli, il corridore che in questa stagione ha messo in fila tutti i migliori specialisti italiani della gara più “musicale” dell’atletica leggera, da José Bencosme a tanti altri esponenti dei club militari. Lambrughi è anche l’atleta che ha riscritto i primati sociali dell’Atletica Riccardi, portando i 400 ostacoli da 50”10 a 49”35 quattro anni dopo Aramis Diaz e anche i 400 piani da 46”60 a 46”37 quasi tre decenni dopo Vito Petrella.
Queste le principali tappe del 2016 dell’allievo di Simone Vimercati: argento nei 400 ai Campionati Italiani Assoluti indoor il 6 marzo; record sociale eguagliato nei 400 ostacoli a 50”10 al Silver Gala il 1° giugno; bronzo nei 400 ostacoli con record a 50”02 ai Campionati Italiani Assoluti il 26 giugno; debutto azzurro e semifinale europea ad Amsterdam sui 400 ostacoli con 49”60 il 6-7 luglio; maglia azzurra anche nella 4x400 ad Amsterdam con una fantastica frazione lanciata da 45”8 il 9 luglio; un fantastico 49”35 sui “quattro acca” a Lignano Sabbiadoro il 13 luglio; 46”37 sui 400 piani a Olgiate Olona il 16 luglio.
Il tempo di Lignano Sabbiadoro sarebbe minimo olimpico per Rio de Janeiro, ma purtroppo è arrivato con due giorni di ritardo rispetto alla deadline imposta dalla IAAF: anche i target numbers non lasciano speranze e così Mario nella settimana dei Giochi sarà in vacanza con gli amici in Puglia. La sua resta però una stagione eccezionale, in attesa di una possibile e prestigiosa partecipazione ad alcuni meeting in settembre (Rovereto o Rieti) e a un super impegno nella finale Oro dei Campionati di Società, dove verrà schierato su 400, 400 ostacoli e 4x400: Lambrughi l’ha ripercorsa e analizzata tra un primo piatto e l’altro all’Hostaria Quinto Quarto di Monza, suo appassionatissimo sponsor personale.
Dal bronzo dei Campionati Italiani all’eccezionale tempo di Lignano che ti ha issato al primo posto delle graduatorie italiane stagionali: cos’è cambiato in quei 17 giorni?
«Nella finale di Rieti purtroppo ho incocciato in pieno in un ostacolo, potevo correre già in 49”6. Il vero “cambio di marcia” è arrivato prima dei Campionati Italiani: mi sono “asciugato” scendendo da 77 a 74 kg, ho caricato nelle prime due settimane di giugno scaricando nei giorni successivi, importanti sono stati i tre allenamenti lattacidi la settimana ad alta intensità con volumi ridotti. L’idea era di impostare la preparazione su una stagione “corta”, con il picco tra fine giugno e inizio luglio: i tempi sono arrivati, sono decisamente soddisfatto. Fondamentale è stato poi vivere un inverno 2015/16 senza intoppi in cui ho lavorato al meglio: per questo ringrazio anche Roberto Vanzillotta e il Geas per avermi dato la possibilità di allenarmi al coperto a Sesto San Giovanni».
Nelle interviste a caldo alla Rai ad Amsterdam ti abbiamo visto decisamente convinto dei tuoi mezzi: cosa hai “assorbito” dal debutto azzurro agli Europei?
«Ad Amsterdam ho visto una bellissima atletica, osservata finalmente “dall’altra parte dell’obiettivo”, non più davanti alla tv ma da protagonista. L’atletica internazionale a livello Assoluto è l’unica che davvero conta: in Olanda si respirava aria di professionismo e, tra il pubblico, di grande competenza. Il clima, non quello meteorologico ma tutto ciò che stava attorno alla manifestazione, ti spingeva davvero a dare qualcosa di più. Mi ha stupito la cura maniacale dei particolari, la vasca del ghiaccio per il recupero o le tecnologie utilizzate per ottimizzare ogni situazione. Per quanto concerne le mie gare nella semifinale dei 400 ostacoli ho cercato di stare con i “big” visto che mi sentivo più in forma che mai: ho provato una velocità che non avevo mai percepito. Anche nella 4x400 mi sembrava di correre a ritmi inediti per me, era come avere una marcia in più. Ad Amsterdam ho acquisito tanta consapevolezza».
Bencosme il 10 luglio ha corso a Coslada, in Spagna, un 400 ostacoli alla disperata ricerca del minimo per Rio in tempi utili (la scadenza era l’11 luglio): la missione è fallita (50”20 contro uno standard da 49”40), ma tu non hai rimpianti di non aver disputato la prova spagnola al posto della 4x400 europea visto il tempo che avresti poi fatto segnare a Lignano?
«No, per due motivi. In Spagna erano campionati regionali della comunità autonoma di Madrid, in cui i 400 ostacoli sono stati corsi alle dieci e mezzo del mattino: io alla mattina faccio molta fatica a rendere in modo adeguato. In secondo luogo nelle batterie della 4x400 agli Europei abbiamo chiuso 13esimi ma la qualificazione non era lontana: se tutto fosse andato per il meglio tra eliminatoria e finale avremmo potuto anche centrare il pass olimpico. Ho preferito giocarmi una chance olimpica con la maglia azzurra a un Campionato Europeo che in una gara decisamente “anonima”, almeno come contesto, facendo in fretta e furia i bagagli e abbandonando la grande avventura che stavo vivendo in Olanda».
La tua prima stagione in Atletica Riccardi Milano 1946 è coincisa anche con il debutto sui grandi palcoscenici: cosa conservi di questi mesi fantastici?
«Riparto da due piani più in alto: c’è tanta voglia di fare bene, sono più consapevole dei miei mezzi. In Riccardi mi sono trovato benissimo, sia dal punto di vista umano e del feeling con il presidente Sergio Tammaro e con la società, sia dal lato del supporto per un’attività di alto livello. Speravo ma non credevo di arrivare a questi livelli: ora comunque so che posso fare ancora di più».
L’ultimo è più o meno un concetto che hai espresso anche a Elisabetta Caporale ad Amsterdam…
«È la “scuola” di Gianmarco Tamberi, cui faccio un grosso “in bocca al lupo”: i limiti non esistono, ci si allena per la progressione e non per la perfezione. Le medaglie si vincono in allenamento: io quest’anno sapevo di averle vinte, quello che è arrivato dopo è stata solo una conseguenza».
“Dopo” sono arrivati tempi che in soli sette mesi hanno sconvolto gli albi dei primati della Riccardi, punto di arrivo di una stagione memorabile (in attesa ovviamente di dare il proprio grande contributo nella finale dei CdS di Cinisello Balsamo) ma anche punto di partenza di una “progressione” che vuol essere ancora più virtuosa.
Ce. Ri.
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