La nuova preziosissima pedina per lo sprint della Riccardi 1946 si chiama Massimiliano Ferraro. Di Max, in maglia verde dallo scorso 4 marzo in seguito alla decisione del Tribunale Federale, in termini squisitamente atletici abbiamo già parlato in una news pubblicata in data 9 marzo: 10”34 sui 100, 21”35 sui 200 e 6”68 sui 60 in sala i suoi PB; sette le sue presenze in maglia azzurra (sei in Nazionale Assoluta: Europeo per nazioni 2014 e 2015, Universiade 2015 e staffetta 4x100 nelle riunioni 2015 di Montecarlo, Rieti e Stettino; una in Nazionale Under 23 agli Europei di categoria 2013); due le sue medaglie ai Campionati Italiani Assoluti, entrambe nei 60 indoor, la prima nel 2014, la seconda solo cinque giorni fa ad Ancona.
Questo il curriculum di Ferraro, pedina importante per la nostra Nazionale nell’ottica della staffetta veloce. Potrà sembrare strano e persino paradossale, ma quest’atleta nato a Napoli il 6 febbraio 1991 da ragazzino sognava la maglia azzurra ma…in un altro sport! Max Ferraro fino a 18 anni è stato infatti una promessa dello sci alpino: «Ho disputato 150 gare FIS in tutta Europa, dalla Norvegia alla Bulgaria, da Val d’Isere a Madonna di Campiglio: sono stato nei primi 15 d’Italia nella categoria Aspiranti in slalom gigante e slalom speciale». Da Napoli alla neve e al brivido dello sci da discesa: non un passaggio semplice. «Sciavo a Roccaraso fino alla categoria Allievi - ricorda Max -, dalla categoria Giovani in poi ho iniziato a girare l’Italia per allenarmi: partivo il giovedì sera e raggiungevo le Alpi. Mi sono allenato diverse volte anche in Val d’Ultimo con Dominik Paris, che poi avrebbe fatto strada (vicecampione del mondo in discesa libera a Schladming 2013 e vincitore sulla leggendaria Streif di Kitzbuhel nello stesso anno, ndr)». Nel 2008 in una rassegna tricolore Aspiranti di gigante a Zoldo batte Giordano Ronci (atleta arrivato poi a vincere in Coppa Europa e che attualmente fa parte della squadra di Coppa del Mondo per lo slalom speciale: domenica scorsa era in gara a Kranjska Gora) e si mangia le mani per non essere riuscito a sciare al meglio nella prima manche. Nel 2010 la scelta di passare “dall’altra parte” della barricata: Ferraro abbandona l’agonismo e diventa un giovanissimo maestro di sci.
Sembrerebbe fin qui un’interessante storia sportiva in cui l’atletica però nulla c’entra: in realtà non è così. «Ho sempre praticato atletica leggera d’estate come preparazione allo sci: qualche gara l’ho fatta anche mentre ero ancora sciatore» racconta Max, che nel 2010, a 19 anni, era un maestro di sci da 10”84 (10”78 ventoso) sui 100. L’inizio del “secondo tempo” della vicenda agonistica di Ferraro nel 2012: «Vidi la maglia della Nazionale di atletica leggera indossata da un atleta che in pista battevo senza allenamenti specifici: mi dissi che forse era proprio l’atletica lo sport in cui potevo coronare il sogno di far parte della Nazionale e decisi di provarci». Detto, fatto: nel 2013 corre in 10”46 ed è già agli Europei Under 23, dove si infortuna in semifinale.
Le due successive stagioni scorrono con alterne fortune, tra infortuni che gli negano la vetrina europea a Zurigo 2014 e un podio sfiorato nei 100 dell’Europeo per nazioni di Cheboksary 2015. «Sono uno sprinter molto potente, dotato di un devastante drive» si descrive lui. Dall’autunno Max Ferraro ha fatto armi e bagagli: destinazione non più Roccaraso o lo Stelvio, ma Torino, dove si allena nel gruppo di Alessandro Nocera con lui nella foto a sinistra, assieme al trio Riccardi Giovanni Galbieri-Federico Cattaneo-Giacomo Tortu. «Di fatto è il primo vero trasferimento per ragioni sportive che ho vissuto: si impara a vivere da soli, a gestire le proprie cose, a diventare protagonisti della propria vita» spiega. Lui vorrebbe essere più che mai protagonista anche nel 2016 dell’atletica azzurra («Le mie ambizioni? Fare bene ai Campionati Italiani Assoluti di Rieti e agli Europei di Amsterdam e centrare il pass olimpico con la 4x100. Il sogno è invece il 10”16 del minimo a cinque cerchi dei 100») ma anche dell’atletica in maglia verde, con i colori della Riccardi 1946: «Mi sono trovato benissimo: i compagni e la società mi hanno fatto sentire a mio agio, il presidente Sergio Tammaro è una persona molto corretta e leale».
Tra Torino e la natia Napoli Massimiliano periodicamente passa anche da Roma per sostenere gli esami del master in Diritto e Management dello Sport: l’avvocatura, per un dottore in Giurisprudenza con 110 e lode come lui, sarà lo sbocco professionale naturale chiusa la carriera sportiva. D’altronde Ferraro è figlio d’arte in tre diverse accezioni: papà Massimo infatti è avvocato conosciuto a Napoli ma anche eccellente sciatore (e consigliere regionale della Federazione Italiana Sport Invernali per la Campania) e pure sprinter recentemente secondo ai Campionati Italiani indoor Master nei 60 metri SM60 con un 8”14 che assume ancora più significato se si tiene conto di un infortunio subìto negli ultimissimi metri (intoppo che purtroppo impedirà a papà Ferraro di prendere parte agli Europei dei veterani di fine mese ad Ancona) (nelle foto a destra con il figlio sul podio di Ancona). Prima lo sci, poi lo sprint: in casa Ferraro la velocità è di famiglia.
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