L’Atletica Riccardi 1946 si arricchisce di un altro forte velocista. A una batteria di sprinter (Giovanni Galbieri, Federico Cattaneo, Giacomo Tortu, Simone Tanzilli e Stefano Anceschi) che già aveva pochi eguali in Europa la nostra società si è arricchita di una preziosissima e validissima freccia al proprio arco. In seguito all’accoglimento di un ricorso presentato agli organi federali Massimiliano Ferraro è un atleta della Riccardi 1946: lo sprinter, nato a Napoli il 6 febbraio 1991, da qualche mese vive a Torino ed è allenato (al pari di Galbieri, Cattaneo e Giacomo Tortu) da Alessandro Nocera.

Arrivato tardi all’atletica (fino al 2012 praticava lo sci alpino ed è anche maestro di sci attualmente iscritto al Collegio regionale del Piemonte) Ferraro ha bruciato le tappe: già nel 2013 vestiva l’azzurro agli Europei Under 23 a Tampere e l’anno successivo debuttava in Nazionale maggiore con la 4x100 in occasione degli Europei per nazioni di Braunschweig realizzando anche gli attuali PB da 10”34 (100), 21”35 (200) e 6”68 (60 indoor). La sua gara più bella in Nazionale risale al 20 giugno 2015 a Cheboksary, quando nei 100 dell’Europeo per nazioni chiuse quarto pur correndo la serie più debole e maggiormente avversata dal vento: il crono di 10”56 con vento -3.4 rende bene l’idea dello spessore della prestazione dell’atleta campano, che anche ai Campionati Italiani Assoluti indoor di Ancona ha saputo mettersi in ottima luce nei 60 piani. Pur privo di riscontri agonistici stagionali domenica (ancora senza maglia Riccardi ma solo per una questione di tempi tecnici: lo sprinter è un atleta “verde” dal 4 marzo) Ferraro ha infatti corso un’eccellente batteria da 6”72, poi si è confermato in finale vincendo la medaglia di bronzo in 6”73 alle spalle di Michael Tumi (6”68) e dell’ex sprinter Riccardi Fabio Cerutti (6”72). Per la Riccardi ci sarà così una medaglia in più da mettere in bacheca oltre all’oro della 4x200, agli argenti di Mario Lambrughi sui 400 e di Soufiane El Kabbouri sui 1500 e la bronzo dello stesso El Kabbouri sui 3000: l’impressione è che sia solo la prima di una lunga serie in maglia verde.

Seguirà l'intervista a Max.