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FIDAL

Nella Roma repubblicana l’homo novus per eccellenza fu Caio Mario, appartenente a una famiglia che non faceva parte della nobiltà romana ma eletto console per ben sette volte, a cavallo tra il II e il I secolo avanti Cristo. Un altro Mario è invece l’homo novus dell’Atletica Riccardi 1946 per la stagione 2016: Mario Lambrughi, classe 1992, atleta brianzolo da 50”20 sui 400 ostacoli e 47”06 sui 400 piani.

Lambrughi è “uomo nuovo” non solo perché new entry con la nobile casacca verde ma anche perché arrivato alla Riccardi dopo un percorso da outsider, lontano dalle rappresentative nazionali giovanili e da un palmares di spessore a livello Under 20 ma forte di una crescita impetuosa vissuta nelle ultime due stagioni. Mario inizierà a respirare il profumo d’azzurro domenica 3 gennaio, quando per la prima volta parteciperà a un raduno nazionale (settore Velocità e Ostacoli) a Formia: «Non sto più nella pelle» dichiara lui senza alcuna remora.

Mario Lambrughi CNU 2015

La sua è in effetti una storia che ben incarna la vis pugnandi delle periferie atletiche. Lambrughi inizia tardi a praticare atletica: fino a 17 anni infatti gioca a basket. «Stavo spesso in panchina, ero il più basso della squadra - ricorda il diretto interessato, che comunque oggi vanta 185 centimetri in altezza per 74 kg di peso -: nelle gare scolastiche mi era capitato di vincere sia nella corsa campestre sia sulle pedane di alto e lungo, così decisi di provare con l’atletica». Provare con l’atletica a Vedano al Lambro può essere meno semplice che in altri luoghi: il suo rapporto con gli ostacoli inizia dai 110 (dove arriverà a un PB da 15”08) e non dai 400 perché Mario può allenarsi solo su un rettilineo in tartan, affrontando le ripetute più lunghe sui tratti in asfalto in un parco. Il passaggio al giro di pista con barriere avviene a causa di un infortunio: la pubalgia lo tiene fermo per l’intero 2013 e lo costringe ad abbandonare gli ostacoli alti e così Lambrughi inizia ad allenarsi, sempre seguito dal coach Simone Vimercati, sulle piste di Giussano e Sesto San Giovanni. I 400 ostacoli sono una sorta di colpo di fulmine: nel 2014 scende da 53”80 a 50”84. Nel 2015 la sua progressione continua: dopo il titolo italiano universitario vinto a Fidenza Mario scende a 50”75 nella seconda fase regionale dei Societari, a 50”68 ai regionali Assoluti a Busto Arsizio, a 50”43 a La-Chaux-de-Fonds e infine al 50”20 che gli vale l’argento tricolore Assoluto a Torino e anche il minimo per gli Europei di Amsterdam, anche se, come precisa l’atleta, «la prestazione andrà comunque riproposta all’inizio della stagione outdoor 2016 e per correre in Olanda sarà obbligatorio entrare nei primi tre degli Assoluti di Rieti». Lambrughi cresce nel frattempo anche nei piani, con il 47”06 di Busto Arsizio quasi eguagliato dal 47”10 di Nembro: da segnalare anche il 21”87 sui 200.

Per la Riccardi può essere una pedina preziosissima sia nelle due specialità individuali sul giro di pista sia nella staffetta 4x400. «La gara di punta restano i 400 ostacoli, ma anche i piani possono essere importanti soprattutto in ottica staffetta, con la Riccardi e magari anche con la Nazionale» racconta l’ostacolista, che studia Marketing all’Università Bicocca di Milano e si guadagna da vivere anche lavorando in una pizzeria. Con l’US Atletica Vedano, suo club di origine, non ha mai affrontato una finale di Campionato di Società: con la Riccardi potrà mettersi in mostra nella vetrina della finale Oro. «Sono felice di far parte di questa grande famiglia - dice -, ricca di persone competenti, che conoscono e amano l’atletica: per me è una grande chance». Anche perché nel 2016 c’è un evento chiamato Giochi olimpici: «Non mi faccio illusioni, ma con il meccanismo dei target numbers il limite per entrare nel novero dei partecipanti alla gara dei 400 ostacoli potrebbe scendere a 49”70: diciamo che a livello cronometrico quello è l’obiettivo». Dalle ripetute sull’asfalto ai sogni azzurri: la carriera di Mario Lambrughi vuol decollare con una canotta verde.

 

Mario Lambrughi Nembro2014

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