Una “ciliegina” azzurra su un grande autunno. Dopo l’emozionante cavalcata che l’ha portato alle finali NCAA e il buon sesto posto tra le Promesse al Carsolina Cross del 29 novembre a Sgonico (Trieste) Iliass Aouani, rientrato in Italia lo scorso 25 novembre grazie al contributo della Riccardi 1946, è stato convocato per gli Europei di cross del 13 dicembre nell’ippodromo di Hyeres (Francia), dove correrà la gara riservata agli Under 23. Per lui è la seconda presenza in Nazionale dopo i 10.000 metri degli Europei Under 23 lo scorso 9 luglio a Tallinn (Estonia), che chiuse al 14esimo posto in 30’20”86.
Caro Iliass, missione compiuta?
«Sì, ma ora devo completare questa missione con una bella gara in Francia».
Il crocevia per la convocazione è stato il Carsolina Cross di Sgonico: 13esima piazza assoluta, sesta tra gli Under 23, un crono di 26’59” sui 9 km a 1’10” dal vincitore Nasti. Come giudichi la tua prova?
«È andata così così: era la terza campestre in tre settimane dopo Regionals e finali NCAA, ero un po’ stanco anche per il lungo viaggio e per il jet-lag. Diciamo comunque che sono riuscito a portare a casa la sufficienza. Sicuramente la bella stagione sui prati americani mi ha aiutato, ma il “trial” di Sgonico, seppur corso in condizioni non perfette, ha rappresentato il passo finale verso la convocazione».
Due giorni prima del Carsolina Cross avevi scritto sulla bacheca del tuo profilo Facebook un simpatico status in cui cercavi un passaggio da Milano a Trieste.
«È stato un tragitto un po’ stressante: alla fine io e Pietro Bomprezzi ci siamo spostati in treno e abbiamo trovato un ostello abbastanza economico. Io in ogni caso ero arrivato mercoledì in Italia dopo un viaggio di 30 ore da Houston a Milano via Istanbul: è stata una doppia avventura, ma ne è valsa la pena».
Tra otto giorni correrai a Hyeres: con quali aspettative?
«Dare il 100 per cento. Capisco di aver proposto una considerazione un po’ vaga, ma è il mio primo Europeo di cross e non so cosa aspettarmi».
Dopo l’EuroCross come proseguirà la tua stagione?
«Resterò in Italia fino al 6 gennaio e mi allenerò con Claudio Valisa a San Donato, poi tornerò in Texas agli ordini di Tony Houchin per affrontare le indoor sulle distanze dei 1500 e dei 3000. La stagione all’aperto inizierà ad aprile e punterò forte su 1500 e 5000».
Ora che hai “assaggiato” tre mesi di atletica universitaria “made in Usa” ci puoi un aspetto che ti ha sorpreso in positivo?
«Mi ha colpito molto il senso di squadra con cui si gareggia, il "team culture": grazie alla condivisione con la squadra un risultato positivo viene amplificato e per contro una prestazione negativa incide meno su morale e motivazioni».
Esistono invece lati negativi?
«Forse solo uno: il fatto che non sei autonomo nella scelta delle gare da preparare perché devi correre quelle che l’università ha in programma, quindi magari ti trovi a dover gareggiare anche se non sei in forma ottimale».
Sugli stessi temi risentiremo Iliass in primavera, durante la stagione all’aperto, con la speranza di vederlo vivere momenti di gloria come nell’autunno sui prati e la certezza di una maglia azzurra in più in bacheca.
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