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FIDAL


Caldana pg 25 a

 Anni 70: un'esplosione di atleti giovanili allenati da Caldana con record e titoli italiani allievi e juniores nella 4x100 poi i primati di Angelo Groppelli nel peso


 

Oltre ai titoli di mezzofondo tra gli allievi con la doppietta sia in corsa campestre e a Siena nei 3000 ad opera di luca Bigatello e Antonello Villani l’inizio degli anni 70 è caratterizzato da numerosi record italiani delle staffette 4x100 e l'artefice di tutto questo fu Gianni Caldana  oppure Jhon o Coach come lo chiamavano i suoi atleti al campo xxv aprile dove era il direttore.

La 4x100 allievi (Albini, Zanaboni, Grassi, Malcangi) a Formia conquistò il titolo italiano stabilendo il primato nazionale di categoria con 43”1. Un ricordo di quel giorno lo abbiamo nel racconto di Enrico Parodi con le staffette che dominarono tra gli allievi nella 3x1000 e nella 4x100 che tanto lo entusiasmarono 4x100 dei record 65b

La 4x100 juniores (Malcangi, Grassi, Zanaboni e Trabattoni) migliorò il record italiano juniores correndo in 42” netti nel 1971. Artefice del successo fu del grande tecnico Gianni “John” Caldana, mitico allenatore della Riccardi specializzato nel preparare le steffette. Grazie a Caldana titoli e primati della 4x100 e della 4x200 si succedettero annualmente Nessun tecnico come Caldana era capace di programmare la preparazione di un velocista finalizzandola ai Campionati Italiani della sua categoria. Caldana allenò anche eccellenti mezzofondisti pg 38 39della Riccardi come Alfredo Rizzo e Gianfranco Carabelli, campione italiano juniores degli 800 metri nel 1963

Nel 1973 la 4x100 (Zanaboni, Genovese, Carrara e Trabattoni) portò il record assoluto della Riccardi a 41”3

Record italiano juniores a 41”5 con Sbarsi, De Martino, Minetti e A. Genovese, in occasione del titolo italiano di categoria a Firenze. (Minetti e Genovese partecipano agli europei juniores di Duisgurg). Gabriele Ghisellimi vince gli italiani allievi sui 400 ostacoli.

L'atleta di maggior spicco in quegli anni è stato il mitico Angelo Groppelli che  portò il record italiano del getto del peso a 19.02m nel 1974.groppelli pg 28

L’anno seguente il pesista della Riccardi si laureò campione italiano assoluto portando il primato sociale alla misura di 19.20m. Nel 1978 riuscì a migliorarsi ulteriormente con la misura di 19.70m. Nel 1979 superò il muro dei 20 metri per la prima volta nella sua carriera con 20.03 in occasione della vittoria nell’incontro internazionale tra Italia e Polonia. Groppelli partecipò a tre edizioni degli Europei a Roma 1974 e Praga 1978 all’aperto e a Milano nel 1978.

Lorenzo Bianchi uno dei più grandi talenti di salto in alto sfiorò la qualificazione olimpica per Montreal, vinse un po' a sorpresa il titolo italiano assoluto del salto in alto con 2.22 a reggi 173aTorino nel 1975 ed è ricordato da un bellissimo articolo che il giornalista e saltatore di triplo Gigi Reggi ne fece sull'annuario 31 del 1977. nella foto - Bianchi partecipò poi agli Europei Indoor del 1981 a Grenoble.

Luglio 1976, mercoledì: "Si va a Torino?", dico all’amico Giampiero Alberti, "c'è la seconda giornata degli assoluti, promette bene, partiamo in serata e torneremo di notte”. Via in macchina, ma a Torino ci lasciamo intrappolare dalla nuova tangenziale. Siamo costretti a visitare gli angoli più sperduti dell’hinterland e a ogni chilometro di troppo ci diciamo "Ecco, una batteria o una semifinale in meno che ci vediamo".
Entriamo trafelati allo stadio Comunale, ed essendo due privilegiati prendiamo posto nella tribuna stampa. Il tempo di sedersi e nemmeno il tempo di salutare qualcuno o di spettegolare e vediamo Franco Mazzetti nella finale dei 400 ostacoli che sgomita e si agita per stare dietro al mezzo-Riccardiano Minetti (temporaneamente coinvolto dal servizio militare). Roberto è il favorito, ma Franco resiste. Io sono in piedi a gridare incurante dei colleghi giornalisti. Ce la fa, ce la fa a stargli addosso, sicuramente é secondo. Macché secondo, va addirittura a vincere! Minetti, purtroppo, sbatte contro l’ultima barriera e si fa soffiare il secondo posto da Zorn. Avrà tempo per rifarsi (in Riccardi naturalmente...); Mazzetti fa il record personale, 51”3. Tra un urlo e l’altro, butto un’occhiata alla mia sinistra e oltre la transenna vedo Dell’Omodarme impazzito che abbraccia con entusiasmo una bella sconosciuta e la mazzetti pg 173costringe a una specie di giro di danza. La sconosciuta, scopriremo poi, é Tiziana la fidanzata di Franco, ora sua moglie. M’é venuto un gran mal di testa, ci vogliono due optalidon, che tengo di scorta. Mando giù le pastiglie a secco perchè ho premura di battere le mani: sul podio sale un altro ragazzo verde: Angelone Groppelli, secondo nel peso: che giornata! Sapevo che Torino portava fortuna. L’aveva portata a me quando saltavo sul serio, e l’aveva portata alla Riccardi, quando nel ‘74 ai campionati juniores Genovese aveva vinto i 200, Minetti i 110 ostacoli e Camera - Genovese - Ghisellini - Minetti la 4 x 100: tre titoli italiani!

La mia testa picchia e intanto Giampiero Alberti mi dice che in curva, c’è un altro dei nostri sul set: Lorenzo Bianchi nel salto in alto. “Spostiamoci” mi dice, “sicuramente là troveremo il clan Riccardi”. Per primo incontriamo il CT Cardani. Ci saluta con la sua consueta espressione imperturbabile. Di diverso dal solito c’é un tenue sorriso: l’unico segno che dimostra la sua enorme soddisfazione per quanto sta succedendo. Poi vediamo Groppelli, contento, con moglie e figlia; Mannella, che mi saluta frettolosamente e riappiccica gli occhi alla pedana dell’alto; poi Max Maffeis, Dell’Omodarme e Mazzetti (ancora emozionato per la vittoria). Luca Bigatello felice per il secondo posto dei 10 mila, il giorno prima e tanti altri... pg 174Il mio mal di testa non accenna a diminuire. Tra un Lorenzo Bianchi e l’altro ci mangiamo qualche biscotto che avevamo comprato sull’autostrada. Siamo a 2,18 nel salto e Lorenzo scavalca stupendamente l’asticella eguagliando il suo personale. Il primatista nazionale Fortini (con 2,23) é già stato buttato fuori e così pure Bruni. Bergamo, ritenuto l’avversario più difficile, rimedia il salto solo alla terza prova. Raise ci riesce, ma ha già una macchia nera alle spalle, un nullo a 2,10.
Un signore alla mia destra, dall’aria saccente, mormora che senza Fortini e con Bergamo negativo , la gara non vale niente. Vecchio pazzo, aspetta un momento e ti gusterai la più bella gara mai vista in vita tua.

Ai 2,20, porca miseria, Raise ce la fa alla prima prova. Cerco di darmi un contegno e invece vorrei insultare quel poveraccio, che pure é tanto bravo. Un sollievo, subito dopo: Bianchi lo imita, é il suo record. Gridiamo tutti, la mia testa scoppia. Vorrei essere vicino a Lorenzo per dirgli di stare buono, di non sprecarsi in feste e danze e che la gara non é finita. Come se avesse recepito il messaggio, il nostro si rilassa sul prato.

Bergamo sbaglia: a casa anche lui, sono rimasti in due. 2,22: il duello Raise - Bianchi prosegue sullo stesso esaltante binario. Nulla la prima prova, nulla la seconda per tutti e due. E tutti e due scavalcano l’asticella alla terza. Forse é più pulita la prova di Bianchi. Altri salti di gioia, altre feste, e la gara finisce lì perché a 2,24 sbagliano entrambi. Vince Bianchi, perché Raise ha un nullo in più, quel famoso sbaglio a 2,10. E noi in curva che facevamo? Abbiamo gridato, applaudito. Non si era mai visto il clan Riccardi così scatenato. Dov’è Tammaro, dov’è Parodi? Non c’è tempo per scambiarci qualche impressione. E’ tardi, domani si lavora, torniamo a Milano. L’aria del finestrino o forse la serata divertente hanno fatto sparire l’odiato mal di testa. Sì, mi sono divertito, quel mercoledì di luglio, e non mi succedeva da tanto tempo su un campo di atletica.

Nel 1974 il nuovo ritrovo sociale della Riccardi fu all’Arena di Milano dopo anni passati presso il CSI di Via Sant’Antonio ma non nella sede attuale bensì dove adesso c'é la FIDAL Milano




 



1987 - 1996
Ma come, sono già passati cinquant’anni? di Renato Tammaro


“Ma come, sono già passati cinquant’anni? Quasi quasi non me n’ero neppure accorto!”. E poi, come se fossi salito su un aereo che mi portava in cielo, rivedevo da quell’ altezza il film della storia dei miei 50 anni di Riccardi. Un lungo, bellissimo volo denso di emozioni, di palpitanti partecipazioni a mille battaglie combattute dai ragazzi in maglia verde su tutti i campi di atletica. Volti, nomi, risultati, classifiche, primati, tutto si incrociava, si sovrapponeva, si addensava nel mio cuore pregno di entusiasmo e passione, fino a farlo quasi scoppiare.

Gli amici dei primissimi anni, che non mi hanno mai abbandonato, la fede incrollabile che, come cometa nel firmamento, ci indicava la strada da seguire! L’idea di realizzare una società d’atletica aperta a tutte le novità, a tutte le esperienze, libera, soprattutto libera da ogni vincolo e da ogni condizionamento. Mostrare orgogliosi la nostra “povertà”, mai rinnegare le nostre origini, il modo in cui ci siamo messi insieme per confrontarci, per stimolarci. Una povertà che faceva stridente contrasto con la ricchezza delle idee e delle iniziative. Si affrontavano insieme i vari ostacoli, con un coraggio che rasentava l’incoscienza. No, non è presunzione, ma una presa di coscienza di tutto quanto la Riccardi è riuscita a fare in questi anni immolati all’atletica. Il gruppo avanzava, si faceva strada, le iniziative prendevano corpo. Accanto ad un’attività agonistica sempre più intensa, con un reclutamento artigianale quasi porta a porta, con i primi successi in campo regionale, poi nazionale, con i primi azzurri a dare validità e concretezza all’appassionato lavoro svolto.

La Pasqua dell’Atleta, da incontro di giovani amici al Giuriati, si stava allargando, incominciavano a venire i campioni, era presente la stampa e la stessa televisione, che con le prime trasmissioni in diretta ne accresceva il prestigio di anno in anno.
Ma bisognava trovare dell’altro, occorreva che i giovani venissero attratti dal nostro sport. Ed ecco le “leve atletiche”, le varie iniziative nelle scuole, il reclutamento più strutturato. Il boom delle adesioni, i corsi per giovanissimi, gli Anni Sessanta e Settanta, l’esplosione dei nostri allievi, dopo che i vari Rizzo, D’ Asnasch, Airaghi e Monguzzi avevano per primi aperto la strada dieci anni avanti. Dalla “Leva Atletica” nascono i Carabelli, i Maffeis con una successione quasi contagiosa.

La Riccardi diventava modello di società tradizionale, un modo di fare atletica che poteva sembrare superato dalle sponsorizzazioni e da ammodernamenti vari, ma che riusciva a rinnovarsi sempre, come uno spiritello dalle sette vite. Ed ecco “Il Ragazzo più veloce di Milano”a detta di molti la più riuscita manifestazione atletica promozionale d’ltalia. Da quella moltitudine di giovanissimi, ne sono usciti finora 16 tra ragazzi e ragazze che hanno assaporato la gioia della maglia azzurra. Settantuno invece, sono gli atleti della Riccardi convocati in squadre Nazionali in questi 50 anni . I meeting internazionali indoor, quasi un sogno ormai, che la Riccardi organizzava al Palazzo dello Sport pieno di folla, erano sempre alternati con straripanti manifestazioni studentesche. Tra queste “Sport e famiglia ” e “Studio e Sport” (iniziativa realizzata col Panathlon Club Milano), hanno proseguito con successo la linea promozionale verso i giovani.

Che dire degli ultimi campioncini lanciati dalla Riccardi: gli Orlandi, i Goffi, i Colombo? Strada aperta ai loro successi ed a quelli dei giovani che seguiranno i loro voli sulla strada della tradizione.
Questa è la Riccardi, questi sono i motivi che ci hanno indotto a voler condensare in questo volume i nomi, i fatti, le idee, le testimonianze di cinquant’anni di sport, di sport vissuto ed amato. Perchè vengano ricordati.
Desidero ringraziare tutti quelli che hanno operato con abnegazione e passione, in campo dirigenziale, tecnico ed organizzativo nessun?o escluso. Tutti gli atleti, e sono decine di migliaia, che hanno avuto la ventura di difendere, sempre con orgoglio e tenacia la nostra verde maglia. Tutti coloro che ci hanno aiutato tangibilmente a fare insieme questo volo meraviglioso.

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