Per Ivan Mach di Palmstein sarà un 2018 tutto in verde. Il rapporto tra Ivan e l’Atletica Riccardi Milano 1946 è consolidato da anni: l’ostacolista è approdato nella nostra società appena maggiorenne, nel 2010 (era al primo anno della categoria Juniores: è nato il 2 gennaio 1992), ed è sempre stato un esempio di attaccamento alla maglia sfornando ottimi risultati nella finale Oro dei Campionati di Società (per restare a tempi recenti due vittorie sui 110 metri ostacoli nelle ultime tre edizioni della sfida scudetto: Jesolo 2015 e Modena 2017). Dopo l’arruolamento nelle Fiamme Gialle nel 2011 la sua stagione in verde era però limitata alle varie tappe dei Societari Assoluti: quest’anno (in seguito alla dismissione dal gruppo sportivo militare) Ivan tornerà ad affrontare tutta la stagione con una maglia cui è decisamente legato.
L’occasione è dunque propizia per ripercorrere l’intera avventura dell’ostacolista livornese nell’atletica e con la Riccardi 1946 e di mettere in luce un personaggio a 360 gradi, in grado di vivere con successo e ottimi risultati lo sport, gli studi universitari e la musica. Il suo primo ricordo nella disciplina è in realtà lontano non solo nel tempo ma anche dai suoi ostacoli alti: «A 10 anni corsi una campestre: indossavo un maglioncino con il collo alto. Non era la mia specialità e lo vidi subito: presi una spallata e finii in una pozzanghera. Da cadetto arrivai a 1.98 nel salto in alto e al mio primo titolo italiano nel 2007 a Ravenna (ma avevo il miglior tempo italiano stagionale anche nei 100 metri ostacoli), da allievo problemi alla schiena mi portarono con maggiore decisione sugli ostacoli e verso i primi risultati di un certo spessore: nel 2008 vestii per la prima volta la maglia azzurra in un triangolare Italia-Polonia-Spagna Under 18 a Chiari, nel 2009 centrai tre volte il record italiano Allievi dei 60 ostacoli indoor prima con 8”02, poi con 8”01 e infine con 7”91».
Nel 2009 conobbe anche la maglia verde, preludio del suo passaggio la stagione successiva in Atletica Riccardi Milano: «Me ne parlò l’attuale capitano Riccardi Giacomo Tortu in occasione dei Campionati Italiani Allievi di Grosseto (all’epoca Ivan correva per la Libertas Runners Livorno, ndr). Sergio Tammaro si presentò in modo molto elegante, mettendo le basi per il futuro, splendido rapporto. L’esordio ai Campionati Italiani Juniores 2010 ad Ancona coincise con un momento bellissimo: vinsi il titolo dei 60 ostacoli con il record italiano». C’è un aspetto della Riccardi che impressionò subito Mach di Palmstein: «L’atmosfera: è un ambiente professionale ma allo stesso tempo familiare e molto rispettoso dei ruoli. Questo permette di affrontare le gare con serenità e conferisce anche una carica motivazionale notevole».
L’avvio trionfale con la maglia Riccardi purtroppo non rappresenta il prologo di una stagione fortunata, anzi: «Una settimana prima del triangolare Under 20 Italia-Francia-Germania ad Ancona fui vittima di un fastidio inguinale: corsi lo stesso i 60 ostacoli in azzurro portando il limite italiano a 7”83, ma poi dovetti affrontare un autentico calvario. Nessuno riusciva a capire che problema avessi». Seguirono l’arruolamento in Fiamme Gialle ma anche anni bui: «Persi alcuni record che detenevo ma soprattutto persi confidenza tecnica: partecipai agli Europei Juniores 2011 ma quella gara aumentò la frustrazione. Tra 2012 e 2013 rischiai di smettere di fare atletica. In tutto questo mi dispiace ancora oggi di non aver potuto sempre onorare al meglio la maglia Riccardi: ho ancora l’amaro in bocca per l’errore tecnico commesso nei 110 ostacoli della Finale Oro di Sulmona 2011 (poi comunque vinta dalla Riccardi, ndr)».
L’anno della rinascita è il 2014, quando porta il PB sui 110 ostacoli con barriera da 106 centimetri da 14”45 a 14”00: tempi che conferma anche nelle stagioni (14”08 nel 2015, 14”10 nel 2016) prima di fare finalmente “tredici”. «Quest’anno sono sceso per la prima volta sotto i 14” con il 13”92 dei Campionati Nazionali Universitari a Catania: un crono che mi ha dato parecchia tranquillità». Ora sta affrontando un proficuo periodo di allenamento agli ordini di Giuseppe Mannella, con la collaborazione di Paolo Falleni e (per la forza) di Massimo Terreni: «Per le indoor sono molto fiducioso: molto probabilmente esordirò sui 60 piani sabato 13 gennaio a Bergamo. Sono felice di poter correre per la Riccardi 1946, per me è un onore e un piacere».
Parallelamente all’atletica Ivan ha affrontato anche altre strade. La prima è quella della musica: «Iniziai a 10 anni il conservatorio: a 17 anni mi diplomai con lode nel contrabbasso». Poco dopo arrivò anche la maturità con 100/100 al Liceo della Formazione: «Con l’applicazione e l’impegno si ottengono sempre risultati, ma è fondamentale anche avere persone valide accanto come mio padre e i miei parenti: è l’insegnamento che ho tratto da quegli anni». Insegnamento che Mach di Palmstein metterà a frutto anche più avanti, nel 2013 con la specializzazione strumentale nel contrabbasso ottenuta con lode e poi in seguito con il corso di laurea in Scienze Politiche all’Università di Pisa, per il quale ha appena sostenuto un calendario piuttosto fitto di esami e prove in itinere. Ma tra tutte queste strade quale imboccherà Ivan Mach di Palmstein a medio-lungo termine? «Mi laureo in quest’anno accademico, poi vedrò. Non ho mai creduto che una strada o un percorso intrapresi nella vita possano essere tempo perduto: tutto è utile. Anche l’atletica, che come disse Pietro Mennea è una parte importante della mia vita ma resta pur sempre una parte». Una parte che dal 2018 sarà ancor più colorata di verde.
Ce. Ri.
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