L’avevamo chiamato “homo novus” secondi i canoni romani di oltre due millenni fa, l’avremmo definito “outsider” secondo usando un forestierismo decisamente più al passo con i tempi: oggi mercoledì 13 luglio Mario Lambrughi si è preso lo trono italiano dei 400 ostacoli. Lo ha fatto al Meeting Sport Solidarietà di Lignano Sabbiadoro, c’è riuscito con un tempo fragoroso, un 49”34 poi corretto a 49”35. “Quarantanove-e-trentacinque”, avete letto bene: primato sociale Assoluto dell’Atletica Riccardi Milano 1946 (un quarto di secondo in meno del limite che Mario già deteneva con il 49”60 degli Europei di Amsterdam), nona posizione nella graduatoria italiana all-time e crono al di sotto dello standard di 49”40 richiesto per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Il termine per conseguire i minimi olimpici era l’11 luglio 2016, quindi difficilmente Lambrughi potrà partecipare alla rassegna a cinque cerchi, ma resta la prova di grandissimo spessore tecnico di Lignano, con cui ha messo in riga alcuni dei migliori specialisti italiani, da José Bencosme de Leon (49”77) a Leonardo Capotosti (50”62), entrambi finanzieri.
L’impresa di Lambrughi in fondo è tutta qui. Nel 2010 ai Campionati Italiani Juniores a Pescara Bencosme vinse il titolo in 51”04 mentre Lambrughi cadde due volte incocciando nelle barriere ma volle comunque chiudere la gara, ultimissimo in 1’05”52 ma classificato. Lontano dall’idea di un’atletica professionistica e inserito in una piccola realtà di provincia con grandi problemi di impianti Mario non ha mai mollato ma è cresciuto passo dopo passo, plasmato da coach Simone Vimercati con la maglia dell’US Atletica Vedano: sempre con i piedi per terra e la testa anche agli studi in Marketing (in Bicocca) e a qualche lavoretto per mantenersi, ma senza mai perdere di vista le proprie ambizioni. Dal 55”66 della stagione 2011 è passato al 54”92 del 2012, quindi al 53”80 del 2013, al balzo di qualità del 50”84 datato 2014 e quindi al 50”20 dell’argento tricolore Assoluto di Torino 2015: nell’ultimo inverno il passaggio tra le gloriose maglie verdi dell’Atletica Riccardi, l’argento tricolore indoor dei 400 piani e il bronzo di Rieti. Fino ai sette giorni che, da Amsterdam a Lignano, lo hanno proiettato in una nuova dimensione.
«Seguo il consiglio di “Gimbo” Tamberi: basta crederci» aveva detto SuperMario ad Amsterdam ai microfoni Rai: oggi a Lignano ci ha creduto fortissimamente e si è regalato un sogno. Che lo catapulti a Rio o che lo porti in rampa di lancio per i Mondiali di Londra 2017 e per Tokyo 2020 in fondo può essere anche solo un dettaglio.
Ce. Ri.
FOTO in home di Ediard Ardelean, FOTO a destra di Mario Grassi
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