Chi ha detto che nessuno è profeta in patria? All’Arena di Milano la Riccardi serve il poker ai Campionati di Società Assoluti e vive uno dei momenti più alti e intensi della propria storia. Uno scudetto voluto, pronosticato, persino “chiamato” alla vigilia per poi essere vinto con estrema autorità sul campo nell’impianto dove tutto iniziò nel 1946 e di fronte a chi permise che quest’avventura partisse.

Per la Riccardi è il quarto titolo con tre formule di Campionato di Società diverse: la finale Oro del 27-28 settembre 2014 all’Arena è infatti la prima in cui fanno testo 20 punteggi provenienti però da un minimo di 16 specialità (consentendo ai club di “raddoppiare” la presenze in quattro gare individuali e di lasciarne scoperte altrettante) e in cui prendono punti solo i primi otto classificati.

Già nella prima giornata la Riccardi mette assieme un eccellente bottino nello sprint: partendo dall'ottava corsia Giovanni Galbieri vince i 100 in 10”51 controvento e poi è ultima frazionista di un’imbattibile 4x100 (40”44) con Fabio Cerutti, Diego Marani e Giacomo Tortu; Ivan Mach di Palmstein mette sul piatto un buon 14”52 nei 110 ostacoli che gli vale la seconda piazza dietro a Paolo Dal Molin (Athletic Club 96 Bolzano), spalleggiato da Carlo Giuseppe Redaelli quinto con 14”90 (anche in questo caso Eolo non è benevolo).

Andrea Chiari dimostra d’essere sul pezzo ed estrae dal cilindro un ottimo 16.06: Daniele Cavazzani (Studentesca CaRiRi) primeggia comunque con 16.15 ma il saltatore di Pradalunga (BG) in maglia verde è lì, a soli nove centimetri. Dai lanci arrivano 10 preziosissimi punti: Fabio Vian è quarto nel disco con una misura di spessore per il periodo della stagione (52.98), mentre “l’americano” Stefano Nardini centra il medesimo piazzamento nel giavellotto (64.16) dominato da Roberto Bertolini (Cento Torri Pavia).  Cliccare sulle foto per ingrandire

Nei 3000 siepi Jamel Chatbi è l’ultimo ad arrendersi alla coppia keniana formata da Hosea Kimeli Kisorio (Virtus CR Lucca) e Josphat Kimutai Koech (E.Servizi Futura Roma): la terza posizione (8’49”80) porta sei punti importanti. Nel mezzofondo però la Riccardi esulta soprattutto per i 1500, in cui arriva il principale exploit del sabato pomeriggio: in una gara decisamente tattica Stefano Massimi mette nel sacco atleti più blasonati come Mohad Abdikadar (Studentesca CaRiRi) ed esulta dopo aver tagliato il traguardo in 3’56”23.

Dopo la prima giornata la Riccardi è già al comando: 62 punti contro i 52 dell’Entrerprise Sport&Service e i 42 della Firenze Marathon.

Nel secondo giorno va se possibile ancora meglio, con due doppiette su 200 e 400 ostacoli. Sul mezzo giro di pista al finalista europeo Diego Marani basta un “tranquillo” 21”20 per imporsi: alle sue spalle Giacomo Tortu chiude in 21”69 e conquista un preziosissimo secondo posto. Trionfale il giro di pista con barriere con Aramis Diaz e Lorenzo Vergani: l’ostacolista originario di Cuba è imbattibile grazie al crono di 51”56, ma suo delfino (in 51”95) è Vergani, secondo e non lontano dal personale.

La Riccardi fa incetta di terzi posti: in apertura con il martellista Lorenzo Rocchi (61.31), poi con l’altista Lorenzo Biaggi (2.09), infine con Massimi, di nuovo sul podio anche negli 800 (1’51”73). Chatbi è sesto nei 5000 (14’29”67) dominati dagli atleti centrafricani, Alessandro Castelli nono nel peso con 14.95, la 4x400 (aperta da Nicolò Ghilardi e completata da Vergani, Tortu e Diaz) chiude decima in 3’22”22.

Il risultato finale è il medesimo di Modena 2012: Riccardi campione d’Italia con 21,5 punti sulla più immediata inseguitrice, l’Enterprise Sport&Service (112,5 contro 91). Il predominio verde a conti fatti è però ancora più netto: 18 piazzamenti a punti (top 8) su 20 presenze-gara, ma soprattutto ben 13 podi (5 vittorie, 4 piazze d’onore e 4 terzi posti). Alla festa finale, con un imprescindibile maglione verde, prende parte anche Renato Tammaro: la due giorni di Milano 2014 per la Riccardi è anche il modo migliore di dire “grazie” al proprio papà.

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C.R.

TUTTI I RISULTATI DELLA FINALE ORO 2014

 Vedi alcune foto di Fidal/Colombo e molte altre di Mario Grassi