Nella stagione 2017 tornerà il Ragazzo Più Veloce di Milano: una bellissima notizia che ci permette di rompere mesi di silenzio e di incertezze, che hanno interrotto una virtuosa tradizione ma che non la cancelleranno. Dopo 37 edizioni della più famosa manifestazione studentesca di atletica di Milano il 2016 ha portato con sé una dolorosa lacuna: la manifestazione, inizialmente in cantiere nell’inconsueta collocazione di ottobre, non ha avuto il promesso supporto di uno sponsor e l’incombere dell’autunno e dei mesi freddi non ha permesso alla società di organizzarlo con forze proprie. «Nella primavera 2017 la manifestazione ripartirà, indipendentemente dalla presenza di sponsor: è un’iniziativa cui l’Atletica Riccardi Milano 1946 e io in particolare teniamo tantissimo» dichiara il presidente Sergio Tammaro.

Riparte sì, e pure in grande stile, abbracciando un’idea da anni “pallino” del professor Giampietro Alberti (FOTO a destra), coach della Riccardi 1946 e presidente del Collegio Didattico della Scuola di Scienze Motorie dell’Università Statale di Milano. Il professor Alberti presenta la nuova proposta per il Ragazzo più Veloce di Milano con una domanda: «Chi è l’atleta più veloce del mondo? Chi corre più velocemente i 100 metri o chi raggiunge la velocità più alta? Oggi possiamo dire che da entrambi i punti di vista l’uomo più veloce del mondo sia Usain Bolt, detentore con 9”58 del record mondiale sui 100 metri e anche della punta massima più alta mai realizzata, 12,35 metri al secondo toccati tra i 60 e i 70 metri della gara-record del 16 agosto 2009 a Berlino. In passato non è sempre stato così perché i 100 metri sono la somma di quattro capacità: la capacità di reagire a uno stimolo qual è lo sparo, la capacità di accelerare, la capacità di raggiungere il picco più alto di velocità e la capacità di contenerne il calo».

L’interrogativo serve per introdurre un nuovo meccanismo di gara la cui applicazione nei dettagli della competizione studentesca verrà fissato più avanti: nel Ragazzo più Veloce di Milano verrà premiato anche l’atleta che raggiungerà il picco di velocità più alto. Come? È molto semplice: con il telelaser, lo stesso per intenderci che utilizza la polizia per controllare la velocità degli automobilisti. Chiaramente la sfida non sarebbe più tra otto atleti che scattano assieme uno accanto all’altro nelle diverse corsie ma somiglierebbe più ai concorsi: tre prove di corsa veloce (di fatto tre ripetute) a intervalli congrui da correre in solitaria e la velocità più alta rilevata dalla pistola laser per ogni atleta a fare testo per la classifica.

«In un ambito giovanile è quasi certo che la prestazione cronometrica migliore e il picco di velocità coincidano, però si tratta di una proposta diversa per attrarre i giovani verso l’atletica, adatta a una generazione “digitale” come i ragazzi di oggi» spiega Alberti. Il presidente Sergio Tammaro gli fa eco: «È una chance in più per stimolare l’interesse dei ragazzi». Sullo sfondo, oltre a un tentativo di conferire ancora più appeal alla velocità, c’è pure un discorso di reclutamento ricorrendo a un’idea un po’ più bizzarra: «Chi sviluppa il picco di velocità più alto ha sicuramente caratteristiche da velocista» sentenzia il professor Alberti.

Novità accattivanti per una manifestazione che ha colorato di verde la voglia di atletica di tanti ragazzi delle scuole medie, tra cui un giovanissimo Filippo Tortu (NELLA FOTO in home: lo riconoscete in maglia verde?), partecipante a tre edizioni e due volte vittorioso: il Ragazzo più Veloce è pronto a nuove sfide a tutto sprint.

In alto a sinistra e qui sotto due istantanee del 37esimo Ragazzo Più Veloce di Milano (2015).