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FIDAL

claut dirigenzaDopo New York Alessandro Claut ci ha preso gusto: lo scorso anno l’atleta e consigliere dell’Atletica Riccardi Milano 1946 fu il terzo italiano al traguardo della maratona più famosa del mondo, lo scorso 9 ottobre è andato addirittura a prendersi un successo internazionale su strada, sia pure su distanza dimezzata. Nella mezza maratona di Eindhoven Claut ha conquistato la vittoria con il tempo di 1 ora 08’08”: decisamente non male per un atleta che solo sei anni fa a Grosseto correva la finale dei Campionati Italiani Assoluti negli 800 metri chiudendo quinto. Alessandro ha un PB sul doppio giro di pista da 1’50”92 realizzato proprio nel 2010 ai Campionati Regionali Assoluti di Busto Arsizio: la sua progressione nel mezzofondo racconta di 3’54”9 manuale nei 1500, 8’45”21 nei 3000, 15’16”92 sui 5000, 32’21” sui 10 km e un limite da 1 ora 09’21” nella mezza demolito proprio in Olanda. Nella maratona vanta invece 2 ore 28’22”, tempo che cercherà di migliorare il prossimo 20 novembre a Valencia.

Di seguito pubblichiamo un ampio stralcio della bella intervista scritta da Davide Viganò per Fidalmilano.it.

«Io vengo dalla pista, 800 metri, li ho corsi fino al 2010. Tre volte argento agli Italiani Universitari, finalista agli Assoluti nel 2010, 1:50.92 di primato. Ho smesso con gli 800 per problemi ai tendini. Risento ancora dell'impostazione della corsa su pista: uso molto i piedi, corro molto diversamente dai tipici corridori da strada, sono molto più rimbalzante. Il mio punto debole sono soleo e gemelli, e mi sono fatto male sia dopo Firenze (debutto in maratona nel 2014, ndr) che dopo New York» ha spiegato il milanese classe 1978. 

Così dopo il rientro nella mezza di Lugano il 22 maggio (1:09.21), Claut e il compagno di allenamenti Salvatore Gambino ha preparato la gara olandese. «Avevo l'ambizione di fare il personale, stavo bene e sapevo di valere meno del pb. Mi sono accorto di poter vincere quando al 15° km ho allungato e gli altri si sono staccati. Non ho corso per vincere, cercavo il tempo e sono stato anche davanti per tenere alto il ritmo» racconta piuttosto stupito della vittoria. Stupore condiviso con gli organizzatori della maratona. «Gli olandesi non si aspettavano un italiano. All’arrivo sono stato intervistato da due giornalisti che mi hanno parlato in olandese, non pensavano fossi uno straniero. Mi veniva da ridere, era la prima volta che venivo intervistato dal vivo».

Se Alessandro ride dopo il traguardo, è invece molto serio e meticoloso nel preparare le sue poche gare. Nella sua carriera, sempre in maglia Riccardi, ha avuto come allenatori tecnici del calibro di Giampiero Alberti, Franco Sar e Pino Guarnaccia (tutt'ora): il carattere è ben temprato. «Quando allenarmi su pista è diventato per me un peso mentale, mi sono spostato gradualmente sulla strada. Ho capito che la strada avrebbe allungato la mia carriera e, visti i risultati, mi viene da chiedermi cosa avrei potuto fare se avessi iniziato 5 o 6 anni prima. Ma va bene così, prima non avevo la testa: ho sempre avuto in mente di fare la maratona, ma da giovane faticavo a concepire 3 volte i mille. Ora invece corro anche per 35 km, mi piacciono le lunghe distanze».

Messa a punto la testa, resta però il fatto che le uscite agonistiche di Alessandro Claut siano una cosa rara. «A 38 anni si fa fatica a recuperare bene una gara. Per me però è importante concentrarmi su un solo obiettivo: mi aiuta, mi stimola e mi obbliga a programmare, a finalizzare tutto bene, altrimenti navigherei a vista senza avere un obiettivo preciso. Faccio 6 allenamenti la settimana, la sera dopo le 18.30, e una mezz’ora di nuoto. Corro in pista al Giuriati e nei parchi Sempione, Lambro, e all'Idroscalo per i lunghi. Uso anche il tapis roulant in palestra quando c'è brutto tempo o faccio tardi al lavoro. Certo non è il massimo, ma per me è importante annoiarmi in corsa, è una forma di allenamento».

Con la noia inserita nella metodologia di allenamento, Alessandro Claut si prepara alla maratona di questa stagione 2016. L'appuntamento è per il 20 novembre a Valencia (ci sarà anche l'altro milanese Dario Rognoni). «L'obiettivo è fare il nuovo primato personale, correre intorno alle 2 ore e 22-23». Allora in bocca al upo a Claut, sperando che anche a Valencia possa regalarci un altro risultato che lo porti alla ribalta della cronaca sportiva. Almeno una volta l'anno.

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